Il volto umano di Dio
Gli ultimi tre canti del Paradiso sono tra loro strettamente legati dalla continuità di immagini e situazioni, come se non ci fosse in realtà alcuna linea di demarcazione fra gli ultimi tre capitoli della narrazione. Il canto XXXI si era chiuso con l’immagine di San Bernardo intento a contemplare Maria, con la massima concentrazione mistica che provoca felicità ineguagliabile. Il canto XXXII si apre con la stessa immagine, e si chiude con San Bernardo che si prepara a rivolgere la preghiera decisiva alla Madonna, quella che permetterà finalmente a Dante di contemplare con la sua vista mortale l’essenza di Dio. E il canto XXXIII si aprirà proprio con questa preghiera, senza altri preamboli, conducendo alla visione di Dio, che è la fine del viaggio. Dunque, in questo canto Dante, con la guida di San Bernardo, cerca di comprendere almeno i tratti essenziali della composizione della candida rosa dei Beati. E ascolta con interesse anche qualche precisazione teologica: i due «punti di vista» della fede, quello dell’Antico e quello del Nuovo Testamento, sono in ugual modo glorificati nell’Empireo; i bambini morti prematuramente meritano la salvezza solo in base a insindacabile decisione divina; i «grandi» della corte celeste, autentiche colonne della Chiesa, sono alcuni santi e non altri, e per esempio Dante cita qui solo San Francesco, e non anche l’altro fondatore di ordine mendicante, San Domenico, a cui tuttavia aveva dedicato un canto intero. Ma quel che più conta in questo canto, che è come una pausa necessaria prima dello slancio conclusivo, è che l’autore vuole in un certo senso rassicurare i lettori sulla ristabilita alleanza fra Dio e umanità. Non a caso la prima delle donne che formano la prima linea di demarcazione dell’anfiteatro è Eva, colei che provocò la ferita dell’umanità curabile ormai solo col battesimo; e poi San Bernardo mostra a Dante Adamo, il primo uomo colpevole di aver gustato il frutto proibito. Insomma i due responsabili dell’infelicità del genere umano sono adesso, per l’eternità, nella gloria di Dio. Non solo: prima della decisiva visione di Dio, su prescrizione di San Bernardo Dante deve allenare la vista, pur già di molto rafforzata, contemplando il volto umano che più somiglia a quello divino. E questa è la rassicurazione più indiscutibile, più comprensibile alla rozza mente umana, e al tempo stesso più commovente: Maria è l’essere umano che più somiglia a Dio, per il semplice, umanissimo fatto che è sua madre. E un Dio che vuole che i suoi lineamenti siano impressi su di un volto umano, per di più con la dolcezza femminile di Maria, non può che essere un Dio buono, generoso e che davvero ama le sue creature. Perciò Dante si prepara ad affrontare l’ultima prova, quella che più spaventa, ben più degli orrori dell’Inferno, con la pace nel cuore e con l’amore trasmesso dal volto di Maria.
(Bianca Garavelli - Commento al Paradiso - Bompiani 2002)
personaggi del Canto
Dante
S. Bernardo
I Beati, in forma di Candida Rosa
Il canto
Canto XXXII, ove tratta come santo Bernardo mostrò a Dante ordinatamente li luoghi de' beati del Vecchio e del Nuovo Testamento; e come a la voce de l'Arcangelo Gabriello laudavano nostra Madonna, cioè la Virgine Maria.
Affetto al suo piacer, quel contemplante
libero officio di dottore assunse,
e cominciò queste parole sante: 3
"La piaga che Maria richiuse e unse,
quella ch'è tanto bella da' suoi piedi
è colei che l'aperse e che la punse. 6
Ne l'ordine che fanno i terzi sedi,
siede Rachel di sotto da costei
con Bëatrice, sì come tu vedi. 9
Sarra e Rebecca, Iudìt e colei
che fu bisava al cantor che per doglia
del fallo disse 'Miserere mei', 12
puoi tu veder così di soglia in soglia
giù digradar, com'io ch'a proprio nome
vo per la rosa giù di foglia in foglia. 15
E dal settimo grado in giù, sì come
infino ad esso, succedono Ebree,
dirimendo del fior tutte le chiome; 18
perché, secondo lo sguardo che fée
la fede in Cristo, queste sono il muro
a che si parton le sacre scalee. 21
Da questa parte onde 'l fiore è maturo
di tutte le sue foglie, sono assisi
quei che credettero in Cristo venturo; 24
da l'altra parte onde sono intercisi
di vòti i semicirculi, si stanno
quei ch'a Cristo venuto ebber li visi. 27
E come quinci il glorïoso scanno
de la donna del cielo e li altri scanni
di sotto lui cotanta cerna fanno, 30
così di contra quel del gran Giovanni,
che sempre santo 'l diserto e 'l martiro
sofferse, e poi l'inferno da due anni; 33
e sotto lui così cerner sortiro
Francesco, Benedetto e Augustino
e altri fin qua giù di giro in giro. 36
Or mira l'alto proveder divino:
ché l'uno e l'altro aspetto de la fede
igualmente empierà questo giardino. 39
E sappi che dal grado in giù che fiede
a mezzo il tratto le due discrezioni,
per nullo proprio merito si siede, 42
ma per l'altrui, con certe condizioni:
ché tutti questi son spiriti asciolti
prima ch'avesser vere elezïoni. 45
Ben te ne puoi accorger per li volti
e anche per le voci püerili,
se tu li guardi bene e se li ascolti. 48
Or dubbi tu e dubitando sili;
ma io discioglierò 'l forte legame
in che ti stringon li pensier sottili. 51
Dentro a l'ampiezza di questo reame
casüal punto non puote aver sito,
se non come tristizia o sete o fame: 54
ché per etterna legge è stabilito
quantunque vedi, sì che giustamente
ci si risponde da l'anello al dito; 57
e però questa festinata gente
a vera vita non è sine causa
intra sé qui più e meno eccellente. 60
Lo rege per cui questo regno pausa
in tanto amore e in tanto diletto,
che nulla volontà è di più ausa, 63
le menti tutte nel suo lieto aspetto
creando, a suo piacer di grazia dota
diversamente; e qui basti l'effetto. 66
E ciò espresso e chiaro vi si nota
ne la Scrittura santa in quei gemelli
che ne la madre ebber l'ira commota. 69
Però, secondo il color d'i capelli,
di cotal grazia l'altissimo lume
degnamente convien che s'incappelli. 72
Dunque, sanza mercé di lor costume,
locati son per gradi differenti,
sol differendo nel primiero acume. 75
Bastavasi ne' secoli recenti
con l'innocenza, per aver salute,
solamente la fede d'i parenti; 78
poi che le prime etadi fuor compiute,
convenne ai maschi a l'innocenti penne
per circuncidere acquistar virtute; 81
ma poi che 'l tempo de la grazia venne,
sanza battesmo perfetto di Cristo
tale innocenza là giù si ritenne. 84
Riguarda omai ne la faccia che a Cristo
più si somiglia, ché la sua chiarezza
sola ti può disporre a veder Cristo". 87
Io vidi sopra lei tanta allegrezza
piover, portata ne le menti sante
create a trasvolar per quella altezza, 90
che quantunque io avea visto davante,
di tanta ammirazion non mi sospese,
né mi mostrò di Dio tanto sembiante; 93
e quello amor che primo lì discese,
cantando 'Ave, Maria, gratïa plena',
dinanzi a lei le sue ali distese. 96
Rispuose a la divina cantilena
da tutte parti la beata corte,
sì ch'ogne vista sen fé più serena. 99
"O santo padre, che per me comporte
l'esser qua giù, lasciando il dolce loco
nel qual tu siedi per etterna sorte, 102
qual è quell'angel che con tanto gioco
guarda ne li occhi la nostra regina,
innamorato sì che par di foco?". 105
Così ricorsi ancora a la dottrina
di colui ch'abbelliva di Maria,
come del sole stella mattutina. 108
Ed elli a me: "Baldezza e leggiadria
quant'esser puote in angelo e in alma,
tutta è in lui; e sì volem che sia, 111
perch'elli è quelli che portò la palma
giuso a Maria, quando 'l Figliuol di Dio
carcar si volse de la nostra salma. 114
Ma vieni omai con li occhi sì com'io
andrò parlando, e nota i gran patrici
di questo imperio giustissimo e pio. 117
Quei due che seggon là sù più felici
per esser propinquissimi ad Agusta,
son d'esta rosa quasi due radici: 120
colui che da sinistra le s'aggiusta
è 'l padre per lo cui ardito gusto
l'umana specie tanto amaro gusta; 123
dal destro vedi quel padre vetusto
di Santa Chiesa a cui Cristo le chiavi
raccomandò di questo fior venusto. 126
E quei che vide tutti i tempi gravi,
pria che morisse, de la bella sposa
che s'acquistò con la lancia e coi clavi, 129
siede lungh'esso, e lungo l'altro posa
quel duca sotto cui visse di manna
la gente ingrata, mobile e retrosa. 132
Di contr'a Pietro vedi sedere Anna,
tanto contenta di mirar sua figlia,
che non move occhio per cantare osanna; 135
e contro al maggior padre di famiglia
siede Lucia, che mosse la tua donna
quando chinavi, a rovinar, le ciglia. 138
Ma perché 'l tempo fugge che t'assonna,
qui farem punto, come buon sartore
che com'elli ha del panno fa la gonna; 141
e drizzeremo li occhi al primo amore,
sì che, guardando verso lui, penètri
quant'è possibil per lo suo fulgore. 144
Veramente, ne forse tu t'arretri
movendo l'ali tue, credendo oltrarti,
orando grazia conven che s'impetri 147
grazia da quella che puote aiutarti;
e tu mi seguirai con l'affezione,
sì che dal dicer mio lo cor non parti". 150
E cominciò questa santa orazione:
[si prosegue con il celeberrimo Canto XXXIII
"Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio"]
Riassunto di Bianca
Paradiso XXXII - Il volto umano di Dio
01 October 2019 Festival Trasformazioni: Bianca Garavelli incontra Andrea Maggi il 6 ottobre (a Vigevano)
16 September 2018 "Beatrice, la Musa di Dante". Conversazione di Bianca Garavelli a Mortara (Pavia). Con Maria Forni
23 June 2018 Marina Visentin a La Stanza di Linda (Vigevano)
:: In questa sezione alcuni canti della Divina Commedia commentati da Bianca Garavelli: Inferno II,
Purgatorio XXVIII,
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